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Storia della Minerva

La storia della Minerva comincia nel 1858 con i fratelli Charles-Yvan (1840-1912) ed Hyppolite Robert di Villeret.
Quella che sarebbe successivamente diventata la marca di orologi Minerva, era all’inizio una “etablisseurs” di orologi.
Gli albori infatti, vedono l’azienda assemblatrice di parti di orologi prodotti dalla fabbrica di ebauches di Fontanemelon (FHF).
Una vecchia lettera commerciale indica che l’azienda è stata chiamata H. & C. Robert S.A, in Villeret.

Un’Impresa

Nel 1878, i figli di Charles-Yvan, Charles-Auguste e Georges-Louis Robert proseguirono l’attività sulle orme dei fondatori; nel 1885 si associò all’impresa anche il terzo fratello, Yvan.
Il simbolo della Manifattura a forma di V, una freccia che separa le lettere R, F e V (Robert Frères Villeret) fu ufficialmente brevettato nel 1887.
È interessante notare che il nome della divinità Minerva in primo luogo è stato usato soltanto come marchio, registrato ufficialmente il 30.7.1887, insieme ad altri nomi sonori come “Arianna” e “ Mercurio”.
L’impresa si sviluppò lentamente ma costantemente; partecipò alle Esposizioni Universali di Anversa (1885) e di Parigi (1889), ove si guadagnò riconoscimenti per i suoi prodotti.

Finalmente Minerva

Il nome di azienda ha cambiato parecchie, iniiziando come “Fabrique Robert Freres” nel 4.2.1898 quando i due figli succedettero al padre, poi “ Faquique des Faverges, Robert Freres “ nel 1902, quindi “Fabrique Minerva, Robert Freres S.A. nel 1923 e finalmente, nel 1929, “Minerva” S.A.
Nel 1902 , sotto la loro direzione, alla sede storica del 1845, ricostruita dopo un incendio del 1875, furono aggiunte due ali per dare alloggio ad un laboratorio di orologeria e una officina con macchine utensili.
Qui si fabbricavano movimenti e casse in nickel ed in argento per orologi da tasca: Minerva si trasformò così in una “ manifattura “ di orologi.

Si Comincia

All’inizio del secolo la manifattura iniziò a produrre movimenti per orologi da tasca con i seguenti calibri:
Il primo numero della sigla indica il diametro in linee francesi (“’), mentre il secondo è il numero progressivo seriale dei movimenti di manifattura.
Il calibro n° 1-18, con movimento a 18 linee con scappamento a cilindro, che restò in produzione, con piccoli cambiamenti, fino al 1941;
Il calibro n° 2, con movimento a 18 o 19 linee con uno scappa-mento svizzero ad ancora ; calibro n° 3, movimento a 19 linee.
Questi orologi, come quelli degli anni successivi 17-15, 17-22, 17-23, erano dotati di 17 rubini con castoni avvitati, con 5 aggiustamenti (a 3 posizioni e a 2 temperature), bilanciere bimetallico tagliato, spirale Breguet, e regolazione fine della racchetta con molla di ritenzione a collo di cigno o vite eccentrica (il Cal.19-4), rifiniti parzialmente con “cotes de Geneve”.

I Cronografi

Nel 1908 la Manifattura iniziò la produzione del suo primo cronografo con il calibro di 19-9 CH; come i cronografi degli anni successivi, non aveva il sommatore delle ore cronografiche, ma solo il registro dei minuti su base 30 o 45.
In quegli anni, il fatto che il catalogo di fornitura mostri calibri da 12 a 16 Size, con l’indicazione, quindi, delle misure americane, dimostra la grande importanza per l’impresa che aveva all’epoca l’esportazione in America.
Non si conosce con precisione gli anni di inizio della produzione degli orologi da polso.
I calibri più vecchi sono il 12-12 ed il 9 e ¾ -19, con movimenti rifiniti, 17 rubini, spirale Breguet e spessore di 4 mm. Il numero di cassa di questi orologi li fa risalire al 1918.
Quelli invece da 9 ¾-9 furono, comunque, i calibri più piccoli mai costruiti da Minerva.

Al Polso

La Storia della Minerva parte ufficialmente nel 1923.
Il nome “Minerva” apparve sui quadranti degli orologi; come già ricordato, l’azienda fu successivamente rinominata “Fabrique Minerva, Robert Frères S.A.” quando iniziò la produzione degli orologi da polso.
Uno di questi era il raffinato calibro 13-20 CH , un cronometro con movimento 12 ¾ linee che apparve sul mercato nel 1923, un calibro che illustra perfettamente la classica e raffinata architettura dei cronografi del polso di quell’era, con un meccanismo della ruota a colonna, spirale del bilanciere Breguet e di 17 rubini.
Con il lancio di questo orologio, l’azienda guadagnò la sua reputazione come fornitore di movimenti complicati di qualità eccezionale.

La Crisi

All’inizio degli anni ’30 la crisi finanziaria internazionale costrinse la famiglia Robert ad abbandonare l’attività.
Un ingegnere specializzato in meccanica orologiera, Jacques Pelot, di Biel, che aveva lavorato presso Minerva dal 1921, ed un tecnico Charles Haussener divennero con successo responsabili della Manifattura.
Ciò è anche dimostrato dall’incarico ricevuto, nel 1936, come Cronometristi Ufficiali dei tempi di gara alle Olimpiadi invernali di Garmisch – Partenkirchen.
E’ di quegli anni un cronografo rattrapante da polso.

Ratrappanti

I cronografi rattrapanti hanno i calibri 19-9CH come base. Il primo calibro 19-25 debutta negli anni 20 ed ha una marcia permanente.
Dopo 10 anni più tardi verrà fabbricato il calibro 19-39, senza marcia permanente.
Sul settore dei cronografi Jacques Pelot riuscì in un invenzione che contribuì molto all’affidabilità di questi apparecchi.
Fu ripresa presto da altre imprese (brevetto del 1930).
Egli sostituì le molle piane, che sono utilizzate per attivare i meccanismi, con molle a spirale che sono di gran lunga meno fragili.

Lo Sport

Era comunque un inventore universale: fu suo anche un brevetto per un orologio “savonette” che si caricava con l’apertura e chiusura a scatto del coperchio anteriore.
La Storia della Minerva prosegue durante gli anni della seconda Guerra Mondiale.
Successivamente fu sviluppata una gamma completa di movimenti meccanici completata tramite i movimenti automatici fatti in Ebauches S.A.
Dopo il 1945, il nome Minerva era associato soprattutto agli strumenti misuratori di tempi brevi, cronografi e segnatempo ad alta precisione.

Così, il “Indicateur Davoine”, catalogo svizzero delle manifatture di orologi riporta l’impresa con nome Minerva Sport S.A. come costruttrice di misuratori di tempi brevi per tutti i possibili sport, come pallanuoto e regate veliche.
Il calibro di “risparmio 14-52” entrò in produzione solo nel 1943; non disponeva di ruota a colonna e di ruote dentate per il comando delle funzioni cronografiche, ma di un meccanismo di innesto a frizione, brevettato da A. Frey.
La produzione di segnatempo diminuisce ugualmente a decorrere dal 1918; di quell’anno, sono le prime note che illustrano il calibro 19-14, base di tutti i calibri di segnatempo successivi.

Centesimi

I movimenti citati sono stati costruiti per cronometri completamente diversi : con limiti di cronometraggio dal 1/5 ad un 1/100 di secondo.
In sostanza, venivano ridotti il bilanciere e la spirale.
Nel calibro 19-42, in cui la lancetta centrale del cronografo compie un giro completo in un secondo, fu dotato di ancora ruote più sottili e con un momento d’inerzia più piccolo.
Venne brevettata nel 1949 da Andre Frey una novità che si ritrova nel Calibro 19-53 : l’azzeramento e l’inizio del conteggio della lancetta cronografica avvengono premendo un’unica volta il tasto.

Cartografico

La ditta Minerva produsse nel 1950 un telemetro meccanico per carte geografiche, preciso come un orologio, che dispone di un tasto di ritorno e di un congegno contagiri.
Con un apparecchio del genere, si potevano misurare distanze sulle carte geografiche e sui piani anche lungo le curve.
Una rotellina ruotava sul piano da misurare e riportava la propria rotazione attraverso un meccanismo ad una lancetta, la quale così indicava la distanza su una serie di scale tarate per le misure più comuni.

Sopravvissuta

Andrè Frey, nato nel 1913 e nipote di Jaques Pelot, uscito dalla Scuola di Ingegneria nel 1940, entrò nella Manifattura dopo una breve esperienza di quattro anni nella LIP di Besançon.
Nel 1960 entrò come socio nell’azienda Maurice Favre, genero di Haussener, nato nel 1910, che dopo aver lavorato come tecnico meccanico presso Schaublin a Bevilard, resterà in Minerva fino al 1989.
Negli anni successivi, la famiglia Frey sarà a capo dell’azienda fino all’anno 2000, con Jean-Jaques, figlio di Andrè.
Durante gli anni 70, in cui gli orologi al quarzo quasi distrussero l’industria svizzera della fabbricazione di orologi, il numero di aziende svizzere scese da 1618 del 1970, ad appena 632 nel 1984.
Minerva sopravvisse a quei giorni grazie ai propri cronografi meccanici prodotti dal 1911 fino ad oggi.
Erano progettati per richieste professionali e di prima qualità, venduti solo con il marchio Minerva, che soffrirono molto di meno della concorrenza per l’arrivo del poco costoso quarzo.
Si trattava, tipicamente, di un apprezzato e rinomato prodotto di nicchia.

Si Riparte

L’ultimo calibro, 19-55 con contatore al 12 fu prodotto nel 1969.
Fu l’ultimo segnatempo meccanico prodotto nella storia della Minerva.
Nel 1983, l’azienda ha celebrato il 125° anniversario dalla fondazione con l’introduzione di un orologio elettronico, il MCT 125, che ha sostenuto e commemorato lo spirito e la tradizione degli orologiai manifatturieri delle ere precedenti.
L’azienda ha prodotto il calibro “Schurze“ (grembiulino) nel 1988, una delle creazioni più interessanti, dal punto di vista estetico, nella storia di fabbricazione di orologi, dedicato alla libera Massoneria, con i simboli di questa società in luogo dei numeri.
Esso sarà seguito, nello stesso anno, dall’orologio più complesso mai fatto da Minerva.

Era basato sul classico movimento del cronografo 13-20.
L’azienda ha aggiunto un calendario analogico completo ed un indicatore “negativo” di fase della luna.
Una corona d’alloro (simbolo della dea romana di saggezza, Minerva) è stata incisa sulla lunetta in oro; è stata prodotto in serie limitata di 50 esemplari.
Il “Palladio” è stato introdotto in 1991, un meccanismo originale per la regolazione rapida di un secondo fuso orario su un cronografo automatico con un certificato del cronometro.
Negli anni 90, Frey tenta un ritorno e lancia una nuova gamma di orologi da polso ispirati ad alcuni modelli degli anni 40 e 50: il “Pitagora” è il modello di punta.

La Riscoperta

Secondo quanto riferito dal progettista, negli anni 40 e 50 nessuno poteva osservare il calibro chiuso nel fondello e quindi il desiderio fu solo quello di “dare in qualche modo un anima” al calibro.
Le prime versioni, fedeli ai loro predecessori, hanno una cassa di 34 mm di diametro e 5 differenti versioni di quadrante.
Grazie ad Internet, gli entusiasti scopriranno questa minuscola manifattura familiare di 9 persone capace di produrre a prezzi, tutto sommato ragionevoli, orologi di design classico ed elegante con movimenti di manifattura.
Il successo, molto relativo, poiché la produzione non hanno mai potuto superare gli 1.000 mostrare all’anno, fu entusiasmante.
I modelli 34 mm saranno seguiti da 3 versioni con dimensioni maggiori: il grande Pythagore di 38 mm.

L’ultimo Calibro

Il movimento è progettato da André Frey nel 1943, con il calibro Minerva 48, 10 o 11 ½ “’, con piccoli secondi ed il cal. 49 con secondi centrali.
Basi estetiche e matematiche sono state armoniosamente legate in occasione della sua costruzione.
Le sue proporzioni ideali sono basate sulla “sezione aurea” con rapporto1,618…, la cui scoperta è attribuita a Pitagora da cui il nome dato da André Frey a questo modello.
I ponti alle linee insolitamente diritte si oppongono gli uni agli altri ad angoli di 0°, 45 o 90°.
Ne risulta una meccanica in armonia con la percezione estetica umana.

Il calibro 48 è un movimento meccanico a ricarica manuale con 17 rubini e piccoli secondi.
Ha un diametro di 23,60 mm per un’altezza di 3,80 mm. e i ponti con decorazione “cotes de Gieneve”.
Lo scappamento è ad ancora e batte a 18 000 A/h. con bilanciere in Glucydur, antichoc Incabloc e regolazione fine a collo di cigno.
La riserva di marcia è di 45 h.

Minerva iniziò nel 1983 a vendere un apparecchio elettronico (MCT 125), con il quale i vecchi orologi dei campanili e delle torri potevano essere sincronizzati attraverso il segnale radio dell’orologio atomico di Mainflingen. (DCF 77).
Nel 1998, a 140 anni dalla fondazione, Minerva entrerà nel Libro “Guinnes” dei Primati per un cronografo meccanico da tasca al 1/100 di secondo, vale a dire a 360.000 A/h. o 50 Hz.
Da osservare che gli altri cronografi meccanici funzionano con la frequenza che varia da 2,5 a 5 Hz.

Il Passaggio

Inoltre, nel 1990, Minerva ha prodotto un cronometro elettronico LCD (il Chronotech di Minerva), che si trova sul mercato in 10 modelli diversi.
La famiglia Frey resterà proprietaria della manifattura fino alla fine 2000.
Sempre in quell’anno sarà venduta al finanziere italiano Emilio Gnutti che investì ingenti finanziamenti per modernizzare la manifattura.
Installa, oltre agli apparati produttivi esistenti, altri ultra moderni ed assume una ventina di persone supplementari sotto la guida di Beppe Menaldo, nuovo direttore, e di Demetrio Cabiddu, un orologiaio di grande reputazione.

Nuovi Movimenti

Nel 2003 verranno proposti quattro nuovi calibri, due solo-tempo e due cronografi, tutti a carica manuale:
Il primo è il calibro 62-00, di 24 mm di diametro, 162 parti rifinite a mano, rubini in castone d’oro, regolazione fine a collo di cigno, ore, minuti, piccoli secondi;
L’altro è il calibro 16-15, anch’esso solo tempo con piccoli secondi, di 38,4 mm di diametro, 158 piccole parti, rubini in castone d’oro di cui uno avvitato, regolazione a collo di cigno.

Poi viene il calibro 13-21, ispirato al leggendario calibro 13-20.
Costruito fintagli anni ’50, è un cronografo monopulsante ad ore 2 di 29,5 mm. di diametro e 239 parti.
Conta 22 rubini, una riserva di carica di 60 ore, ed una frequenza di 18.000 a/h.
Il bilanciere è in Glucydur con 18 viti di equilibratura e spirale compensatrice con curva terminale Phillips, porta-pitone mobile e regolazione fine della racchetta.
Ponti e platina sono realizzati in maillechort.

Infine troviamo il calibro 16-29 con diametro di 38.4mm e consiste di 252 parti rifinite a mano.
Caratteristico ed unico il sistema doppio regolatore della spirale ed il nuovo profilo epicicloidale dei denti della ruota di rinvio.
Questi permettono un miglior ingranaggio con la ruota centrale del cronografo, evitando il balzo della lancetta centrale al momento dell’attivazione.

Il Ritorno

La storia della Minerva continua nel 2006, e si perpetua con il Tourbillon Mystérieuse, con calibro Minerva 6560 a carica manuale, costituito da 280 elementi (28 sono i rubini).
Ponti e platina sono in maillechort, lega di rame, zinco e nichel con proprietà fisiche in grado di conferire estrema solidità ai meccanismi.
Il bilanciere, abbinato alla spirale con curva terminale Phillips, offre una risposta cronometrica di assoluta qualità, cui si accompagna la scelta delle 18.000 alternanze/ora, con l’autonomia di funzionamento di 100 ore.
Sviluppato in uno spazio di 38,40 millimetri di diametro per uno spessore di 9,70 millimetri, il calibro Minerva 6560 è curato nei minimi particolari.
Le superfici sono decorate a perlage, le parti d’acciaio sono lucidate a specchio e tutti gli elementi fissi sono sottoposti ad anglage.
I pignoni adottano perni conici e gli ingranaggi hanno i denti accuratamente lucidati.
I rubini sono a profilo bombato e foro olivato, una scelta che ottimizza il funzionamento degli organi mobili.

Misterioso

L’ esemplare che sfrutta il principio di Robert-Houdin, orologiaio che nell’800 introdusse le “pendules mystérieuses”, in cui la trasmissione del moto dal movimento alle lancette, apparentemente sospese nell’aria, veniva effettuata mediante meccanismi e ingranaggi dentati dissimulati negli elementi decorativi della cassa.
Il Tourbillon Mystérieuse di Minerva ha il quadrante specchiato posizionato a ore 6, sul quale sono collocati i due dischi dentati in vetro zaffiro, con superficie metallizzata e doppio trattamento antiriflesso.
Questi riportano le lancette di ore e minuti disegnate in blu.
Il ruotismo che li aziona è celato nella parte destra del quadrante, sotto il ponte decorato che domina l’orologio.
Una posizione laterale che consente quindi, di disporre di una modalità “misteriosa” di avanzamento delle lancette.

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